La musicoterapia

Una forza che smuove gli animi

AES Domicilio è sempre alla ricerca di nuovi strumenti comunicativi ed educativi che possano permettere a grandi e piccoli di scoprire se stessi in modo costruttivo e spontaneo: “La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. Essa mira a sviluppare le funzioni potenziali dell’individuo in modo tale che questi possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.”

Possiamo considerare la musicoterapia come un mezzo per scoprire canali di comunicazione che prepari e recuperi il paziente all’interno della società. I principi che stanno infatti alla base della pratica musicoterapeutica riguardano, in primis, un’attiva partecipazione dell’ utente, un forte rapporto di fiducia che presupponga un programma personalizzato in base alle necessità, lo scambio reciproco di proposte e la centralità emotiva dettata dal suono.

In tutte le culture dell’antichità musica e medicina erano praticamente una cosa sola. Il sacerdote medico (lo sciamano) sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo, ma anche quella dell’uomo, è dominata dal ritmo e dall’armonia.

Anche Platone ed Aristotele furono, oltre che pensatori e filosofi anche dei musicologi e musicisti convinti che le arti del ritmo contribuissero a migliorare la calma interiore, la serenità e la morale. Il primo, considerava la filosofia stessa come più alta espressione della musica e che una giusta educazione musicale potesse garantire una corretta formazione del carattere. Il secondo, invece , afferma che la musica sia in grado di migliorare la morale e possedesse un potere liberatorio, alleviante e catartico delle  tensioni psichiche.

I bambini affetti da autismo, per esempio, tendono a chiudersi in se stesso rifiutando ogni tipo di comunicazione; il nostro obiettivo è quello di creare nuove possibilità di interazione e lasciare che i nostri utenti si sentano liberi di scegliere l’alternativa più consona alle loro necessità.

Il tecnico di musicoterapia può operare all’interno di una equipe nella quale siano presenti le figure sanitarie responsabili creando un percorso riabilitativo che intervenga da un punto di vista pedagogico o psicologico e attraverso un codice alternativo rispetto a quello verbale.

Anche per l’anziano l’ingresso in istituto rappresenta un momento di forte cambiamento delle condizioni ambientali (abbandono della propria casa e del proprio paese), affettive (si lasciano parenti, amici e conoscenti) e comportamentali (mutano a volte radicalmente le abitudini quotidiane); per questo negli ultimi anni si è pensato di intervenire tramite attività corporee, musicali e verbali: ciò permetterebbe una ri-valorizzazione della persona, un mantenimento delle capacità sensoriali e cognitive e una migliore qualità della vita.

Il bagaglio sonoro-musicale che l’anziano si porta dentro in seguito alle sue esperienze, che lo accompagna, che parla della sua storia, del suo vissuto, dei suoi sentimenti, delle vicende passate, della sua cultura diventa materiale su cui lavora il musicoterapeuta. L’anziano è così una persona ancora ricca di potenzialità, di speranze, desideri e bisogni da preservare.

FRIEDRICH NIETZSCHE, IMMENSO FILOSOFO DI OGNI TEMPO, HA SEMPRE ADORATO LA MUSICA QUASI FOSSE UNA DIVINITÀ: “ SENZA MUSICA LA VITA SAREBBE UN ERRORE, UN DISAGIO, UN ESILIO”.