le disfunzioni celebrali nei malati di Alzheimer
DOVE RIPOSANO I NOSTRI RICORDI?
AES Domicilio offre assistenza a malati di Alzheimer a Paviae ripone un certo rilievo sui ricordi e sulla funzione della memoria come serbatoio di emozioni e insegnamenti, soprattutto in relazione ai racconti che i nostri avi tramandano di generazione in generazione. Ma dove conserva il cervello questi pensieri? Secondo gli studi scientifici le nostre esperienze modificano le sinapsi (le connessioni fra neuroni) e queste alterazioni permanenti sono responsabili della memoria.
In pratica, quando accade qualcosa che in futuro ricorderemo, si genera nel cervello un segnale elettrico che provoca variazioni chimiche e strutturali dei neuroni. Queste variazioni sono possibili grazie a una catena di reazioni che coinvolge diverse molecole fra cui gli ioni calcio e alcuni enzimi e neurotrofine, e il cui risultato finale è il potenziamento
delle sinapsi.
LA SEDE DELLA MEMORIA
L’ippocampo è parte del cervello, situato nel lobo temporale. Fa parte della formazione dell’ippocampo, inserito nel sistema limbico, e svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine e nella navigazione spaziale. Gli esseri umani e gli altri mammiferi possiedono due ippocampi, uno in ogni emisfero del cervello. Nei roditori, animali in cui l’ippocampo è stato studiato in maniera approfondita, l’ippocampo ha all’incirca la forma di una banana. Nell’essere umano, ha una forma curva e convoluta, che ispirò ai primi anatomisti l’immagine di un cavalluccio marino. Il nome, infatti, deriva dal greco (Greco:hippos = cavallo, kàmpe = bruco).
Nella malattia di Alzheimer, l’ippocampo è una delle prime regioni del cervello a soffrire dei danni; deficit di memoria e disorientamento sono i primi sintomi che compaiono. Lesioni all’ippocampo possono occorrere anche come conseguenza di mancanza di ossigeno (anossia), encefalite o epilessia del lobo temporale mediale. Le persone che presentano danni estesi al tessuto ippocampale possono mostrare amnesia, cioè incapacità di formare o mantenere nuovi ricordi.
LE FUNZIONI DELL’IPPOCAMPO
Forse la primissima ipotesi supponeva l’ippocampo coinvolto nell’olfatto, ipotesi suggerita principalmente dalla sua localizzazione all’interno del cervello, vicino alla corteccia olfattiva. Continua a permanere un certo interesse per il coinvolgimento dell’ippocampo nelle funzioni olfattive, ma non è l’olfatto la funzione primaria dell’ippocampo. Negli anni sulla funzione dell’ippocampo si sono avute tre idee dominanti: l’inibizione, la memoria e lo spazio. La teoria dell’inibizione comportamentale traeva origine da due osservazioni: in primo luogo, gli animali il cui ippocampo era danneggiato tendevano ad essere iperattivi; la seconda, che gli animali con danni al tessuto ippocampale mostravano spesso difficoltà ad apprendere risposte che erano state loro insegnate prima.
Jeffrey Gray sviluppò questa linea di pensiero in una teoria vera e propria sul ruolo dell’ippocampo negli stati d’ansia. La teoria dell’inibizione non è oggi molto considerata, dal momento che questa ed altre funzioni sono attualmente attribuite all’amigdala, struttura anatomicamente vicina all’ippocampo.
La seconda importante linea di pensiero associa la funzione dell’ippocampo alla memoria. Quella che riveste maggiore importanza è contenuta nel celebre trattato di Scoville e Milner. Sulle conseguenze della distruzione chirurgica dell’ippocampo (nel tentativo di eliminare le crisi dell’epilessia), osservate in un paziente che presentava una grave amnesia, e non ricordava che cosa gli fosse accaduto dopo l’operazione o eventi accaduti in precedenza, anche in un lasso temporale di anni.
LA SEDE DELLA MEMORIA
Ciò destò un interesse tale da far sì che sia il caso medico più studiato della storia. Negli anni seguenti, altri pazienti che presentavano simili disfunzioni mnemoniche legate a lesioni ippocampali (dovute a incidenti o malformazioni congenite) furono studiati con la stessa intensità, e furono effettuati migliaia di esperimenti riguardanti la fisiologia della plasticità neurale nell’ippocampo.
Oggi non vi sono quasi più divergenze sull’importanza dell’ippocampo, considerato universalmente come sede della memoria. Tuttavia, il ruolo specifico che gioca in relazione a questa funzione psichica rimane tuttora oggetto di dibattiti.